Gli standard a supporto della personalizzazione: la trasformazione di Biko

Riunioni di problem solving, strumenti auto-costruiti e coinvolgimento di tutti hanno permesso a Biko, impresa metalmeccanica del veneziano, di rivoluzionare l’azienda e migliorare i propri risultati grazie a misurazione e know-how condiviso.

 

Biko Meccanica Srl è un’azienda che da più di 35 anni progetta e realizza macchinari e impianti per la conversione di materiali flessibili. Nel 2014 ha iniziato un percorso di trasformazione lean, che ha visto una forte accelerazione grazie alla collaborazione con auxiell.

I tre soci alla guida dell’azienda hanno scelto di utilizzare la produzione di una fustellatrice come progetto pilota. A questa hanno scelto di affiancare un progetto parallelo, applicando quanto appreso ad un altro macchinario. Così facendo, l’impresa è riuscita a rafforzare i rapporti interni ai diversi team impegnati in questi percorsi, che hanno potuto mettere alla prova in autonomia le competenze acquisite.

La sfida, in una realtà come Biko, in cui le macchine sono disegnate sulle esigenze del cliente, è la creazione di standard condivisi per la creazione di output molto diversi tra loro, ma sempre accomunati dalla qualità del percorso che porta alla creazione di quello che è il reale valore per il cliente.

Strumenti per l’individuazione di anomalie

Dopo aver interiorizzato i princìpi fondamentali del lean system, anche grazie alla maggiore disponibilità di tempo da dedicare alla formazione durante periodi come quello del lockdown, le persone che lavorano in Biko hanno realizzato strumenti utili in diverse fasi del proprio lavoro.

Uno di questi è l’auto-qualità. Grazie all’individuazione e pronta segnalazione di scostamenti dai risultati attesi, l’azienda può immediatamente provvedere all’eliminazione dell’anomalia applicando il problem solving per impedire che questa si verifichi nuovamente. In questo modo si riduce sensibilmente lo spreco legato al propagarsi degli effetti dell’errore e si riesce ad aumentare la produttività di tutta l’azienda.

“Ci possono essere delle interruzioni, ma non bisogna mai perdere di vista il traguardo finale” dice Mauro Pavan, Fondatore e Responsabile della Produzione di Biko. Grazie all’organizzazione di attività come l’auto-qualità, si promuove anche la responsabilizzazione del singolo, a cui viene richiesto di non attendere che sia qualcun altro a gestire le difficoltà che possono nascere da un difetto.

Riunioni per aumentare il valore per il cliente

Soddisfare le aspettative del cliente è cruciale per ogni azienda e Biko ha individuato il modo corretto per non deluderle.

“In passato capitava che venissero raccolte le esigenze del cliente e, nel percorso dall’ordine alla consegna, ci si accorgesse di dover cambiare qualcosa.” racconta Andrea Muraro, Socio e Responsabile Commerciale di Biko “Adesso abbiamo istituito delle riunioni quasi quotidiane in cui le persone con più esperienza condividono dubbi e perplessità sulle singole richieste per individuare in anticipo le soluzioni ideali per il cliente, che spesso gli permettono anche di risparmiare su inutili customizzazioni.”

La cosa più interessante di queste riunioni è vedere come nulla venga lasciato al caso e che non ci si ferma mai alla prima soluzione individuata, ma si procede fino a trovare la migliore per il cliente, cercando di individuare standard che migliorino sempre di più la qualità dei loro prodotti.

In questo modo, a fronte dell’investimento di qualche ora di riunione per individuare le soluzioni, mentre prima ci potevano volere anche due mesi di progettazione per un singolo macchinario, questo tempo ora si è ridotto a qualche settimana.

Un team motivato a migliorare

Per la buona riuscita di un progetto di lean transformation è necessario misurare e cercare di migliorare anche le cose che già funzionano bene, ma soprattutto, è fondamentale il coinvolgimento di tutti. Biko, con i suoi 42 dipendenti, ha sposato in pieno questo principio. Sono aumentati i momenti di dialogo e confronto, volti ad individuare standard attuabili, che permettano di alzare l’asticella ogni volta che è realistico farlo in modo tranquillo e lineare, senza eccessive pressioni.

Come racconta Pavan “Tutto questo percorso sta sicuramente cambiando l’atmosfera e questa è una bella soddisfazione.”